L'ocarina è formata da un corpo ovoidale allungato che ricorda il profilo di un'oca privata della testa (in dialetto bolognese ucareina è infatti il diminutivo di oca).
Giuseppe Donati concepì l' ocarina in seguito ad alcuni tentativi effettuati per sviluppare e migliorare la capacità espressiva del fischietto in terracotta. La svolta, a livello di diffusione presso il pubblico, avvenne quando Donati riuscì a realizzare una “famiglia” di 5 ocarine grandi e piccole intonate tra di loro, così da poter essere suonate in gruppo da più persone contemporaneamente, creando armonie e composizioni articolate.
Il successo dell’ocarina si estese grazie all’opera dei primi gruppi di suonatori: Grupo Ocarinistico Budriese, sempre originari di Budrio, che si esibirono in diverse tipologie di spettacolo. La storia dell'ocarina prosegue la sua notorietà tra musica colta e popolare, tra maestri artigiani e musicisti. Era il 1873 quando viene inserita dal gruppo “I Celebri Montanari degli Appennini” la settima ocarina, il basso, nasce così il settimino di Ocarine.
Dalle dimensioni del corpo globulare dell’ocarina dipende il registro in cui è collocabile la gamma sonora ottenibile: all’aumentare del volume interno dell’ocarina corrisponde un abbassamento dell’intonazione del suono fondamentale (cioè il suono più basso che si può ottenere, chiudendo tutti i fori). Questo significa che a ocarine di piccole dimensioni corrispondono suoni più acuti, mentre dalle ocarine di grosse dimensioni si ottengono suoni più gravi.
Lo schema del gruppo di ocarine sviluppato da Donati, e ancora seguito dalla gran parte degli artigiani europei, conta sette misure che alternano il Do (C) e il Sol (G) (con riferimento alla nota che si ottiene chiudendo tutti i fori con le dita): dalla più bassa alla più alta sono C7, G6, C5, G4, G2, C1. Comparandole con altri strumenti, la nota più bassa (C5) era un Do medio e la sua estensione corrisponde all'estremità più bassa nella scala di un normale flauto; la G4 coincide con la nota più bassa nell'estensione del flauto dolce; la C3 (“alto C” nella terminologia di America ed Estremo Oriente) combacia con la nota più bassa nella scala del flauto soprano e con quella di un ordinario piffero in Re; la G2 è comparabile con un flauto sopranino; e la C1 con un flauto “garklein”.
A parte gli utilizzi folkloristici e ludici, l'ocarina è stata utilizzata anche nella composizione di alcune colonne sonore, come ad esempio in alcuni film di Sergio Leone musicati da Ennio Morricone, oppure in alcuni album musicali come Non al denaro non all'amore né al cielo (nella canzone Un giudice) di Fabrizio De André.
Un set di ocarine di Bondi fu usato nella anche nella colonna sonora del film Il mago di Oz, per la canzone If I only had a brain.